Grazie al blogtour EduPadova sono finalmente riuscita a visitare Padova, accompagnata da guide esperte e local padovani alla scoperta di angoli meravigliosi della città.
Non ero mai stata a Padova prima di questa occasione, sapevo che era sede di un’importante università e che custodiva una piazza ricca d’acqua.
In occasione di EduPadova, grazie all’ ente del turismo della Provincia di Padova, al Consorzio Terme Euganee e ad ItaliaBlogTour.eu, ho potuto constatare che questa grande città-provincia offre tanto dal punto di vista culturale, artistico, gastronomico (il mio tour era “Cultura ed arte”) e sicuramente non mancherà occasione di tornare per approfondire anche altri aspetti in futuro.
![Prato della Valle - Foto gentilmente concessa da Manuel Santoro de "I viaggi di Manuel"](https://www.ilturistainformato.it/wp-content/uploads/2013/11/SAM_9152-1600x1200.jpg)
Il primo approccio con il centro storico di Padova l’ho avuto scendendo dal pulmino a nostra disposizione, parcheggiato nei pressi di Prato della Valle.
A dispetto del nome, questa grande piazza (una delle più grandi d’Europa) non nasconde ne’ un prato ne’ una valle bensì una grande area ellittica caratterizzata da un canale che vi gira tutt’intorno, da 78 statue raffiguranti personalità legate alla città e da una grande fontana al centro dell‘Isola Memmia, il fulcro della struttura.
In questo spazio si erge anche la Basilica di Santa Giustina e ogni sabato vi si tiene un grande mercato tradizionale.
Lasciata la piazza, la nostra guida Rosanna ci ha accompagnati attraverso l’Orto Botanico, il più antico del mondo che tutt’ora si trova nella sua posizione d’origine.
Quest’orto, fondato nel 1545, è divenuto Patrimonio dell’Umanità protetto dall’Unesco dal 1997 ed ospita la “Palma di Goethe” che dall’alto delle sue fronde osserva i visitatori dal 1585.
![Piante acquatiche e sullo sfondo la struttura che protegge la Palma di Goethe](https://www.ilturistainformato.it/wp-content/uploads/2013/11/SDC19107-Large.jpg)
L’orto inizialmente ospitava erbe officinali per scopi terapeutici mentre oggi vi si trovano anche piante acquatiche, piante velenose, piante mediterranee, piante tropicali tra le quali spicca la delicata pianta della vaniglia, orchidee, piante grasse, piante carnivore attive e passive ed ambienti adatti ai percorsi con bambini (area alpina, torbiera, ecc.).
Tra le curiosità che Rosanna ci ha fatto scoprire, ci sono l’enorme platano ornamentale del 1680 che venne colpito da un fulmine e successivamente svuotato all’interno per evitarne la morte a causa della malattia che investì il tronco, e la segnaletica adatta anche alla visita di persone non vedenti.
Inoltre da Luglio 2014 sarà possibile visitare la nuova sezione dell’orto che ospiterà delle serre suddivise per ambienti climatici.
In seguito ci siamo diretti verso Palazzo Bo, ma prima di raggiungerlo ci siamo soffermati in un particolare luogo del centro di Padova: la tomba di Antenore.
Questa edicola dovrebbe contenere i resti del troiano Antenore, fondatore di Padova secondo la leggenda. In realtà studi successivi hanno dimostrato che trattasi di falso storico, infatti l’apertura della cassa contenente i resti ossei ha portato alla luce un’altra verità: essi apparterebbero ad un guerriero risalente al periodo dell’invasioni barbariche.
A pochi passi da qui si ammira, attualmente solo dall’alto attraverso una vetrata posta sul marciapiede, il ponte romano di San Lorenzo, oggi sotterraneo, che veniva utilizzato per oltrepassare il canale Naviglio.
![](https://www.ilturistainformato.it/wp-content/uploads/2013/11/SDC19119-Large.jpg)
La scoperta di Palazzo Bo, sede dell’Ateneo padovano dal 1539, inizia dal Cortile Nuovo dove l’artista contemporaneo Jannis Kounellis ha realizzato una scultura a ricordo della lotta contro il fascismo e della liberazione dell’Italia, dal titolo “Resistenza e Liberazione”.
La visita guidata inizia dal piano superiore dove si scopre la grande vocazione universitaria della città attraverso la Sala dei Quaranta decorata con ritratti di celebri studenti dell’ateneo tra il 1200 e il 1800 ed è sempre qui che si può ammirare la grande cattedra lignea dalla quale Galileo Galilei impartì, per 18 anni, le sue lezioni. Originariamente questa si trovava nell’adiacente Aula Magna, dove gli stemmi degli studenti che hanno scelto Padova per la loro formazione arricchiscono la stanza di storia. Oggi l’Aula Magna è divenuta Aula delle cerimonie.
La parte più spettacolare di Palazzo Bo è senza dubbio l’antico Teatro Anatomico risalente alla fine del 1500 e utilizzato per l’insegnamento dell’anatomia attraverso l’osservazione della dissezione di cadaveri.
Nasce qui la medicina moderna. Attraverso le autopsie effettuate fino alla fine del 1800 si compiono grandi passi avanti nello studio del corpo umano.
La prima donna al mondo laureata fu Elena Lucrezia Cornaro Piscopia e studiò filosofia proprio in questa università.
![Cortile Nuovo di Palazzo Bo](https://www.ilturistainformato.it/wp-content/uploads/2013/11/SDC19125-Large-1024x768.jpg)
Da Palazzo Bo ci siamo spostati per un break all’antico Caffè Pedrocchi, progettato da Giuseppe Jappelli e celebre per il caffè Pedrocchi: un gustoso caffè espresso con menta liquida. Da provare assolutamente, garantisco io!
La tappa successiva è stata il Palazzo della Ragione, raggiunto dopo una passeggiata sotto i famosi portici che abbelliscono il centro storico.
Esso si affaccia sulla grande Piazza delle Erbe, sede del mercato insieme a Piazza della Frutta, in passato ospitò il tribunale e attualmente fa parte del palazzo comunale. Contraddistinto per la sua copertura a forma di carena di nave rovesciata e dall’imponente Salone, ospita nella parte inferiore due gallerie con botteghe di generi alimentari.
Una suggestiva Piazza dei Signori al tramonto ci ha fatto definitivamente innamorare di Padova e del suo centro storico pieno di gente all’ora dello Spritz, l’amato rito dell’aperitivo padovano.
![Piazza dei Signori al tramonto](https://www.ilturistainformato.it/wp-content/uploads/2013/11/SDC19136-Medium.jpg)
Ho voluto lasciare per ultima la descrizione di un luogo che mi ha fatto emozionare, un luogo che avevo già amato durante le lezioni scolastiche di Storia dell’arte e che mi ha tolto il fiato per la sua bellezza vista dal vivo. Sto parlando della Cappella degli Scrovegni.
La cappella fu fatta erigere dal banchiere padovano Enrico Scrovegni in onore di Santa Maria della Carità nel 1300. La bellezza sta nella maestosità della costruzione, pur essendo solo una cappella, e nel ciclo pittorico eseguito dal celebre artista Giotto tra il 1303 e il 1305.
Il ciclo di affreschi segue il tema della salvezza (all’epoca il mestiere di banchiere veniva a volte confuso con quello di usuraio e per la Chiesa questo rappresentava peccato; lo Scrovegni cercò pertanto di ingraziarsi la popolazione con la costruzione di quest’edificio) e narra le storie della vita di Gesù Cristo fino alla Pentecoste ed anche le vicende prima della sua nascita.
La controfacciata ospita il grande affresco del Giudizio Universale e la copertura a botte è ornata da tante piccole stelle su un cielo blu cobalto.
La visita all’interno dura 15 minuti per preservare il delicato ambiente all’interno della cappella ed è preceduta dalla visione di un filmato che introduce l’opera.
Dove Mangiare a Padova
- Ristorante Dotto di Campagna – cucina di qualità in un ambiente elegante. Da assaggiare il risotto con zucca e finferli, i bigoli alle 3 salse e i celebri arrosti e bolliti serviti con il carrello, da condire con salse a piacere. Una vera full immersion nei saporti padovani.
- Ristorante Bastioni del Moro – cucina veneta, offre anche piatti di pesce ed è decorato con tante foto in bianco e nero della Padova del passato. Imperdibili il risotto di zucca e la mousse di castagne con salsa di cachi.
Dove Dormire a Padova
Ho soggiornato in una spaziosa camera doppia con letti singoli presso lo Sheraton Padova Hotel, 4 stelle con conference center, dall’aspetto elegante e formale. Ottimo il grande buffet della colazione e l’utilizzo gratuito della Wi-Fi nella hall.
Curiosità
Padova è la città de “I Tre Senza”:
- “Il Prato senza erba” – riferimento a Prato della Valle che all’inizio era una palude;
- “Il Santo senza nome” – riferimento a Sant’Antonio da Padova, chiamato semplicemente “Il Santo” dai padovani;
- “Il Caffè senza porte” – riferimento al Caffè Pedrocchi che in passato rimaneva aperto notte e giorno.