Dopo l’ennesima alluvione della sua storia, il Secolo XIX lancia l’appello online per richiamare turisti in città. Ed io rispondo!
[ctt title=”Genova, quando la capisci la ami per sempre” tweet=”#Genova: quando la capisci la ami per sempre http://ctt.ec/10Q8y+ via @ilturista” coverup=”10Q8y”]
dice il portale ufficiale della città di Genova, e non potrei essere più d’accordo: ho avuto la fortuna di frequentare la Superba molto spesso e di conoscerla sicuramente meglio di quanto avrebbe potuto fare un semplice turista, e questa è esattamente l’impressione che ho sempre avuto.
Genova è una città meravigliosamente complicata, dal carattere riservato e forse un po’ rude che sembra accogliere il turista con diffidenza e controvoglia; è una città contraddittoria che nasce dal mare ma è schiacciata verso le montagne e che da più di un millennio raccoglie dentro di sé un incredibile mescolanza di culture diverse che palpitano all’interno della sua struttura caotica e un po’ disorganizzata.
Tra i suoi mille contrasti, a volte addirittura un po’ estranianti, c’è però una città splendida che custodisce silenziosamente i propri tesori e li lascia scoprire ed ammirare soltanto a chi davvero ha voglia e curiosità di avvicinarsi alla sua anima più autentica, a chi non si ferma alle apparenze estetiche ma cerca di sentire anche col cuore ciò che ha da dirgli.
È successo anche a me, lo confesso: la prima volta che ho messo piede a Genova non l’ho capita per niente, mi sembrava a tratti decadente, una città in cui le testimonianze di un passato grandioso stavano ormai sbiadendo.
Fortunatamente poi ho dovuto totalmente ricredermi.
A Genova bisogna inoltrarsi in ogni pertugio, passeggiare nei caruggi con le loro anguste viuzze, le minuscole piazzette e le scalinate consumate dal tempo, e farlo rigorosamente col naso all’insù per scoprirne tutti i segreti nascosti, i piccoli dettagli che a volte sfuggono anche ai genovesi stessi, le numerose edicole votive e le file di panni stesi che si stagliano contro il cielo azzurro.


Diceva De Andrè che qui “il sole del buon Dio non dà i suoi raggi”: è una realtà caratteristica ed estremamente affascinante, sembra quasi di entrare in un modo diverso e a tratti quasi magico, che presenta ovviamente molte contraddizioni senza le quali non si potrebbe conoscere davvero Genova.
Bisogna guardarla venendo dal mare, perché – come dice Ivano Fossati – quello è l’unico modo per vederla davvero; bisogna arrampicarsi su una ripida creuza de ma allontanandosi dal traffico del centro e salendo verso le alture, perfette per osservare i tetti di Genova e seguirne il profilo che digrada verso il mare.

Alla fine sono stata praticamente adottata da questa città e me sono letteralmente innamorata; quando ho iniziato a guardarla con occhi diversi ho scoperto meraviglie imperdibili più o meno evidenti, ed addirittura ho iniziato a trovare affascinante persino la Sopraelevata, un gigante d’acciaio che taglia la città passando davanti al mare in mezzo ai palazzi, fornendo allo stesso tempo un impareggiabile punto di osservazione sulla Superba.
Dopo l’alluvione #vieniaGenova!
Eppure di Lei sentiamo parlare spesso più che altro per notizie tragiche; le immagini che vediamo sono quelle di una città invasa dal fango, messa ripetutamente in ginocchio dalla furia dell’acqua e dove tutto si paralizza.

C’è però un’altra faccia di Genova che tutti hanno potuto vedere in questi giorni drammatici, ed è quella di una città guerriera fatta di gente che – come sempre nella sua storia – rischia, lotta e va avanti contro tutto, si tira su le maniche, indossa un paio di stivali ed imbraccia una pala per andare a ripulirla, per riportarla alla normalità e quindi alla sua consueta bellezza raccolta.
Genova c’è, si è rimessa in piedi ed è pronta per accogliere di nuovo turisti e visitatori, ed è per far circolare questo importante messaggio che il Secolo XIX ha lanciato l’iniziativa #vieniaGenova tramite i social network; per partecipare basta condividere foto e/o racconti sulla città, accompagnandoli con questo hashtag #vieniaGenova.
Io alla chiamata di Genova ho deciso di rispondere: tornerò da lei durante le vacanze natalizie e cercherò di fartela vedere attraverso i miei occhi. E tu sei pronto a scoprire le sorprese che la città nasconde?